Impianto di protesi all’anca con accesso per via anteriore diretta: di cosa si tratta e vantaggi

Nell’ambito dell’impianto di protesi all’anca nei pazienti artrosici, è possibile distinguere tra diversi accessi chirurgici. In questo articolo, parlerò della via anteriore diretta e dei suoi vantaggi. 

Introduzione

La via anteriore diretta all’anca è considerata una delle migliori alternative attualmente concretizzabili quando si parla di protesi mini invasiva. Tra i vantaggi fondamentali da citare troviamo:

  • Incisione chirurgica ridotta, generalmente inferiore ai 10 centimetri.
  • Riduzione del dolore post operatorio.
  • Minor rischio di avere a che fare con la lussazione (ciò è dovuto al risparmio della muscolatura glutea).
  • Riduzione delle perdite ematiche e nessun utilizzo del drenaggio articolare.

Questa tecnica chirurgica, che garantisce una ripresa funzionale molto rapida, nelle mani di chirurghi poco esperti non risulta adatta a tutti i pazienti. Si consiglia di evitarla in caso di pazienti obesi o di soggetti con massa muscolare poco rappresentata. In ogni caso, grazie ai quasi vent’anni di esperienza che ho maturato con il mio team, sono riuscito a sviluppare un approccio tecnico tale da garantire la riproducibilità dei risultati sulla stragrande maggioranza dei pazienti.

Detto questo, vediamo qualche dettaglio in più su come lavora il chirurgo.

Come lavora il chirurgo?

Quando si parla dell’intervento chirurgico di protesi all’anca con via anteriore diretta, si inquadra un approccio che non si contraddistingue solo per un’incisione piccola, ma anche per il risparmio di muscoli come il tensore della fascia, il grande gluteo e il medio gluteo (che nel caso della laterale viene sottoposto a un piccolo taglio e, come nell’eventualità degli altri muscoli, suturato alla fine dell’atto chirurgico).

La via anteriore diretta si distingue da questo approccio in quanto non si procede al taglio dei muscoli. Il chirurgo, infatti, lavora risparmiando queste strutture per arrivare in profondità fino all’anca.

Questo approccio chirurgico è stato cercato e perfezionato in quanto, a causa dei tagli muscolari sopra ricordati, sono frequenti diverse complicanze. Quali sono? Nella via postero-laterale la lussazione dell’anca, ossia la fuoriuscita dell’impianto protesico dalla sua sede (per minimizzare questo rischio, per i primi 3 mesi il paziente deve evitare di accavallare le gambe e dovrebbe utilizzare un cuscino quando si gira sul fianco).

Per quanto riguarda le conseguenze del distacco del medio gluteo, è il caso di ricordare che, quando questo muscolo viene toccato in caso di tecnica laterale diretta, si ha a che fare con un maggior rischio di zoppia di caduta.

Con lo scopo di ovviare a queste complicanze è stata sviluppata la tecnica di accesso anteriore diretto all’anca. Questo approccio, che parte con un’incisione della cute estremamente ridotta, prosegue con una discesa tra i gruppi muscolari inter-nervosi, che vengono divaricati per permettere il posizionamento della protesi. Una volta che l’impianto è stato posizionato, i muscoli vengono lasciati andare e ritornano come erano prima di essere stati divaricati. Un altro dettaglio degno di nota riguarda la capsula femorale, che viene incisa per esporre la testa del femore, risparmiata e chiusa alla fine dell’intervento.

 

Tutto questo, come già detto, comporta diversi vantaggi. Il paziente ha in primis a che fare con un minor dolore post operatorio, dovuto al mancato taglio dei muscoli. Il minor dolore si traduce in un recupero funzionale più rapido (p.e. la possibilità di riprendere l’attività sportiva già dopo un mese dall’intervento).

 

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