L’allineamento cinematico in protesica di ginocchio: un “abito su misura” per ciascun paziente

Nell’ambito della chirurgia protesica di ginocchio, un risultato soddisfacente per chirurgo e paziente non è legato solamente a una buona riuscita dell’intervento, ma coinvolge numerosi aspetti primo tra i quali il recupero di una corretta cinematica articolare. Il ripristino dei giusti assi anatomici e della stabilità dei legamenti sono condizioni non sempre facili da ottenere ed è per questo che si è sentita la necessità di sviluppare una tecnologia in grado di rendere la protesi il più possibile personalizzata: l’allineamento cinematico.

L’allineamento cinematico o KA (Kinematic Alignment) nasce dall’intuizione di alcuni chirurghi che hanno sentito la necessità di mettere a punto una tecnica che non creasse un arto “dritto”, perpendicolare all’asse meccanico, come accade nei metodi maggiormente utilizzati in protesica di ginocchio, ma che rispettasse il fenotipo funzionale di ciascun paziente. Sappiamo oggi  che i fenotipi delle ginocchia si non riducono ai tre macro gruppi principali – varo, valgo, neutro -, ma comprendono numerosissimi sottogruppi e se ne conteggiano più di 40 secondo la classificazione di Michael Hirshmann. Da qui la necessità di proporre protesi allineate in maniera differente a seconda dell’anatomia propria di ogni singolo ginocchio. 

L’allineamento meccanico (MA) è il metodo maggiormente utilizzato nella protesica di ginocchio e ha il fine di mantenere gli impianti in posizione “neutra” creando un arto “dritto”, perpendicolare all’asse meccanico. Cambiando l’allineamento naturale dell’arto è possibile si creino in alcuni casi instabilità o tensione delle strutture legamentose che rischiano di ripercuotersi sul risultato finale e sulla soddisfazione del paziente. In figura, la comparazione tra le diverse tecniche di impianto. 

La storia del KA

Il Kinematic Alignement nasce dal lavoro pionieristico di Hungerford, Kenna e Krackov che, progettando un tipo di impianto detto “porous-coated anatomic”, hanno dato vita all’ Allineamento Anatomico (AA), un metodo che per la prima volta teneva conto della morfologia propria dell’articolazione che si andava a sostituire.

Il concetto di preservare l’intero allineamento costituzionale del ginocchio riproducendo gli angoli tibiali e femorali nativi del ginocchio è stato sviluppato da Howell e Hull nel 2006, anno in cui è stato eseguito il primo intervento al mondo con la tecnica KA.

Oggi è possibile eseguire questa tecnica con l’uso della navigazione, della robotica e di una  strumentazione specifica per il paziente. Si tratta di una tecnica calibrata, ovvero tutto ciò che viene tagliato viene misurato con il calibro: attraverso specifici controlli di verifica vengono registrate le misure dello spessore delle resezioni ossee che devono coincidere perfettamente con lo spessore delle componenti protesiche definitive. 

Possiamo descrivere questa metodologia come una tecnica di ricostruzione personalizzata della joint line: non ci si concentra più soltanto sull’articolazione, ma su tutto l’allineamento articolare

I principi cardine 

Le tecniche classiche di impianto di protesi totale di ginocchio (allineamento meccanico e allineamento anatomico) hanno in comune il fatto di mantenere l’impianto in posizione “neutra”. Con queste tecniche viene infatti cambiato l’allineamento naturale del ginocchio, e di conseguenza dell’arto in toto, con il rischio di creare in alcuni casi instabilità o tensione delle strutture legamentose e di conseguenza la sensazione per il paziente di ginocchio doloroso o nel migliore dei casi non naturale, “estraneo”. 

La tecnica di allineamento cinematico sfrutta un posizionamento delle componenti protesiche patient specific ricreando la cinematica articolare di ogni singolo ginocchio riducendo inoltre il rischio di errori di pianificazione che possono portare a dolore, rigidità e instabilità.

Ecco i principi cardine su cui si basa il KA:

  1. I tagli ossei devono essere perfettamente calibrati con lo spessore della protesi
  2. La correzione di allineamento va eseguita sulla tibia non sul femore
  3. I legamenti non vanno toccati (nessun release legamentoso).

I vantaggi

La tecnica KA nasce dal concetto di rispettare il più possibile l’anatomia naturale dell’articolazione. Questo aspetto si traduce in numerosi vantaggi sia per il paziente che per il chirurgo:

  • risultati migliori in termini di mobilità e funzionalità dell’articolazione 
  • diminuzione della sintomatologia dolorosa
  • sensazione di un ginocchio più “naturale”
  • riduzione dei tempi dell’intervento
  • riduzione al minimo dei gesti chirurgici
  • maggiore durata della protesi
  • minore necessità di revisioni.

Concludendo, le tecniche di allineamento sono tutte valide opzioni nelle mani del chirurgo che selezionerà l’opzione più adeguata a seconda delle caratteristiche e delle necessità del paziente. Senza dubbio la tecnica KA consente un approccio personalizzato non paragonabile a nessun’altra metodologia e si comporta come un vero e proprio “abito su misura” in grado di adattarsi alla perfezione alla morfologia di ciascun ginocchio.

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Fonti: intervista con il dottor Baldo. A cura della redazione.

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