La chirurgia robotica e le principali innovazioni tecnologiche in ortopedia

La chirurgia ortopedica è un mondo in costante evoluzione: le tecniche chirurgiche, le tecnologie dei materiali e l’approccio sempre più attento all’aspetto riabilitativo hanno consentito negli ultimi tempi di conseguire risultati sempre migliori sia per i pazienti che per i chirurghi stessi. Nell’ambito dell’innovazione, grandi risultati si stanno avendo grazie alle novità tecnologiche che, lungi dal sostituirsi al lavoro del chirurgo, consentono però una sempre maggior precisione nel gesto, riducendo significativamente i margini di errore e consentendo al contempo risultati sempre più personalizzati. 

Il robot, il miglior alleato del chirurgo

E’ importante premettere una cosa: il robot non sostituisce – né sostituirà mai – la mano del chirurgo. E’ altresì vero che, nell’ambito della chirurgia ortopedica del ginocchio, l’utilizzo di questo sofisticato macchinario permette di raggiungere un livello di accuratezza, precisione e personalizzazione impensabili da raggiungere con le tecniche tradizionali.

  • La chirurgia robotica inizia fuori dalla sala operatoria: in base alla forma anatomica del ginocchio del paziente, il robot permette di pianificare l’intervento nei minimi dettagli, personalizzando l’impianto e aiutando il chirurgo nella scelta della protesi più adatta.
  • Il lavoro più importante però, viene svolto dal robot direttamente in sala: il macchinario è infatti in grado di garantire il miglior posizionamento possibile della protesi sia in statica che in dinamica; questo aspetto si tradurrà per il paziente in un minor dolore post-operatorio e in minori tempi necessari per la degenza.
  • In fase di riabilitazione, il paziente verificherà un rapido recupero del movimento naturale del ginocchio con tempi di recupero ridotti anche per chi pratica attività sportive. Sul lungo periodo, l’intervento di chirurgia robotica è in grado di garantire una maggiore longevità della protesi, prospettiva da non sottovalutare visto che la patologia artrosica del ginocchio non è appannaggio esclusivo degli anziani, ma può colpire per le più svariate cause (reumatiche, infiammatorie o traumatiche) anche i pazienti più giovani.

Come “lavora” il robot

In sala operatoria, il macchinario è costantemente attivo: grazie ai sensori posizionati sulla gamba e sulla coscia del paziente è infatti in grado di valutare eventuali lassità o deviazioni assiali dell’arto e stabilire con precisione il punto di inserimento della protesi. Nella fase operativa, interviene attivamente il braccio robotico dotato di una fresa computer assistita che, nelle mani del chirurgo, guida l’esecuzione dei tagli ossei ripercorrendo il modello 3D elaborato in precedenza dal software. Il manipolo robotico garantisce un’estrema sicurezza nei tagli: se per errore si dovesse uscire dallo spazio stabilito in precedenza, la fresa si arresta e si ritrae, eliminando così la possibilità di un errore umano. 

E’ facile intuire che, a fianco dei vantaggi che la tecnica robotica può garantire al paziente, anche il chirurgo è assistito in maniera importante da questa tecnologia che consente di ridurre in maniera notevole la possibilità di errore a patto che si sia maturata una sufficiente esperienza in questo campo. L’utilizzo del robot è anche un motivo di lustro e di vanto per il professionista: essere in grado di utilizzare tecnologie avanzate come questa significa aver maturato una lunga esperienza oltre che essere costantemente aggiornati sulle più interessanti novità in questo campo.

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Realtà aumentata e tecnologia “My knee”: le ultime frontiere nel campo dell’innovazione tecnologica

A fianco della chirurgia robotica nel prossimo futuro ci sarà la cosiddetta realtà aumentata, una tecnologia con grandi potenzialità, ma non ancora abbastanza sfruttata in ambito ortopedico. Il chirurgo, durante il suo lavoro in sala operatoria, indosserà un visore in grado di aggiungere alla realtà altre informazioni essenziali sul paziente guidandolo nell’intervento. I visori di ultima generazione sono infatti in grado di rendere disponibili direttamente nel campo visivo del chirurgo tutte quelle informazioni che ad oggi per essere reperite, costringono a distogliere lo sguardo dal paziente.

Per quanto riguarda la tecnologia My knee ci troviamo davanti a una tecnica patient-specific che consente cioè di creare un piano pre-operatorio attraverso la rielaborazione delle immagini radiografiche del paziente analizzando l’anatomia del ginocchio oltre che il suo asse meccanico. Queste informazioni consentono un accurato posizionamento dell’impianto che si traduce in minori rischi post operatori, ridotti tempi di recupero e minori costi.

Fonti: intervista con il dottor Baldo. A cura della redazione.

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