Le nuove frontiere della chirurgia robotica

L’artroplastica totale di ginocchio è un trattamento sempre più utilizzato per la cura di diverse patologie, prima fra tutte la cura dell’artrosi. Il numero di persone che si sottopone all’impianto di una protesi è in costante crescita e questo fattore ci ha spinto a porre sempre maggiore attenzione alla longevità dell’impianto e al benessere post operatorio del paziente. La robotica viene incontro proprio a questa esigenza perché ci permette di aumentare le percentuali di soddisfazione dei pazienti, che riteniamo ancora troppo basse rispetto agli analoghi interventi ad esempio su anca e spalla. Vediamo insieme quali sono i progressi di questa tecnologia.

Gli obiettivi della robotica nell’artroplastica

È un fatto: nonostante i progressi nella ricerca eziologica, nella progettazione protesica e nelle tecniche chirurgiche, una percentuale dei pazienti sottoposti a protesi totale di ginocchio rimane insoddisfatto e spesso a disagio, a causa dell’instabilità dell’impianto. La tecnologia robotica è stata sviluppata per assistere meglio i chirurghi 

  • nella precisione del taglio osseo
  • nel ripristino dell’allineamento meccanico 
  • nel posizionamento dell’impianto

fattori che contribuiscono a prolungare la sopravvivenza dell’impianto. Grazie a questi, la chirurgia robotica è diventata una tecnica chirurgica sempre più spesso adottata e dal 2008 al 2015 la proporzione delle procedure robotiche negli Stati Uniti è passata dal 16,2% al 29,2%. Tuttavia, l’efficacia e l’affidabilità della chirurgia assistita da robot non sono state ancora studiate a fondo e ciò ha portato ad alcune preoccupazioni riguardo al costo, al tempo dell’operazione e al potenziale di lesioni tissutali impreviste. A oggi, c’è solo una meta-analisi in letteratura riguardante la chirurgia protesica di ginocchio assistita da robot: questo studio ha dimostrato una maggiore precisione nel ripristino dell’allineamento meccanico e valori anomali inferiori rispetto alla procedura tradizionale.

Come si utilizza il robot?

Il robot in sala operatoria ha due obiettivi principali: migliorare la pianificazione dell’intervento e diminuire – o addirittura azzerare – le possibilità di errore umano. Per garantire una resezione ossea precisa e la selezione appropriata dell’impianto di protesi, il primo passo è sempre l’esame dell’immagine preoperatoria. I dati delle immagini vengono trasferiti a un sistema integrato di pianificazione chirurgica che crea un modello tridimensionale del ginocchio del paziente. Il processo consente agli ortopedici di creare un piano preoperatorio con il quale è prevedibile con estrema precisione il posizionamento delle componenti protesiche.

Nonostante i vantaggi che i sistemi robotici forniscono, permangono evidenti avversità come la prolungata durata dell’intervento chirurgico, le lesioni tissutali impreviste e l’incertezza sul rapporto costo-efficacia in un ambiente ospedaliero locale. Pertanto si consiglia cautela quando si considera l’adozione completa di queste tecniche di nuova concezione.

Per ulteriori specifiche sulla chirurgia robotica di ginocchio ti rimando qui.

Cosa sappiamo di nuovo?

Gli studi effettuati sul tema della chirurgia robotica applicata alla protesica di ginocchio sono molto interessanti perché ci indicano con sempre maggior sicurezza qual è la strada da seguire. I risultati positivi delle diverse ricerche sono stati confrontati con quelli offerti dalla chirurgia convenzionale e hanno dimostrato che gli interventi di chirurgia robotica offrono vantaggi in termini di correzione dell’allineamento, accuratezza dell’impianto (con valori anomali inferiori), minor perdita ematica dopo l’intervento chirurgico e un punteggio plausibilmente migliore nelle scale di valutazione. Non sono invece state riscontrate differenze significative per quanto riguarda la sopravvivenza dell’impianto, il ROM e il tasso di complicanze tra i due metodi. Siamo ora in attesa di ulteriori prove per valutare se la qualità della vita dei pazienti possa essere influenzata o meno da questa distinzione di punteggio.

In conclusione, è evidente che un sistema robotico non solo migliora la precisione dell’impianto, ma riduce anche gli errori di allineamento. I vantaggi del sistema robotico sono stati principalmente attribuiti al suo piano preoperatorio completo, al monitoraggio intraoperatorio, all’eccellente qualità della superficie, all’angolo di resezione specifico del paziente e all’intervento appropriato da parte dei chirurghi. La chirurgia robot-assistita fornisce un allineamento meccanico e una posizione dell’impianto più accurati, migliori punteggi funzionali e minori perdite di sangue rispetto alla tecnica convenzionale. Non si sono riscontrate differenze significative per quanto riguarda il tempo di operazione (fattore importantissimo per la prevenzione di infezioni), ROM o tassi di complicanze. Saranno necessari ulteriori studi per valutare gli esiti clinici a lungo termine degli interventi chirurgici robot assistiti.

Il futuro: quali prospettive dall’Intelligenza Artificiale?

È un argomento di cui oggi si parla moltissimo, e a ragione. Si è rivelato sempre più importante raccogliere il maggior numero possibile di dati sui pazienti, le patologie e le terapie, incrociandoli tra loro. In futuro sarà fondamentale saper elaborare questi dati ed è qui che gli algoritmi dell’intelligenza artificiale potranno esserci d’aiuto. 

Quando migliorerà la qualità dei software infine, anche il prezzo delle macchine diminuirà, rendendo possibile a tutti l’accesso alla chirurgia robotica.

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