Protesi d’anca bilaterale: un unico intervento per combattere l’artrosi

Quando l’artrosi colpisce entrambe le anche oggi è possibile intervenire con l’impianto di tutte due le protesi in un’unica operazione ottimizzando l’iter di cura. L’utilizzo di tecniche mini-invasive garantisce ulteriori vantaggi con tempi di recupero davvero ridotti. La possibilità di protesi bilaterale è da considerarsi per questi motivi un’opzione interessante e, ove indicato, spesso preferibile in pazienti di giovane età.

Che cos’è l’artrosi dell’anca

L’artrosi dell’anca, o coxartrosi, è una malattia a carattere degenerativo a carico delle cartilagini articolari che nel tempo può arrivare ad attaccare anche le componenti ossee dell’articolazione. Le cause alla base dell’insorgenza di coxartrosi sono le più svariate e per questo la malattia può affliggere una platea di persone molto ampia. Non di rado ad ammalarsi sono entrambe le anche e ciò accade sia in caso di artrosi primaria (che colpisce a causa dell’età avanzata) che in caso di artrosi secondaria (ad esempio negli sportivi che sottopongono l’articolazione a sollecitazioni eccessive e ripetute nel tempo). 

Per un paziente che riferisce dolore e disagio su entrambe le articolazioni dell’anca, può essere particolarmente interessante la possibilità di intervenire su entrambe le anche con un solo intervento. Ciò consente di velocizzare i tempi di recupero e consentire in tempi più brevi il ritorno a una vita normale.

I vantaggi della protesi d’anca bilaterale

Un paziente afflitto da coxartrosi bilaterale sa che nel giro di breve tempo dovrà sottoporsi a due interventi chirurgici con tutto ciò che questo comporta in termini di trauma chirurgico e psicologico, necessità di riposo (anche dal lavoro), tempo di riabilitazione. È evidente che un unico intervento potrebbe risolvere gran parte di questi problemi garantendo una uscita più rapida dai disagi della malattia. Ma quali sono le difficoltà per il paziente in un intervento bilaterale? È sempre possibile effettuarlo?

  • L’intervento bilaterale presenta una inevitabile difficoltà durante i primi 5-7 giorni dall’intervento per l’assenza “dell’anca sana” all’inizio fisioterapia. A partire dalla settimana successiva i tempi di recupero sono pressoché sovrapponibili a quelli necessari dopo un intervento effettuato su una sola anca.
  • Un ulteriore problema riguarda i tempi operatori che si allungano notevolmente per la necessità di creare due volte il campo chirurgico. Utilizzando le tecniche chirurgiche più comuni come la postero-laterale infatti, dopo l’impianto della prima protesi è necessario rimuovere totalmente i teli sterili, girare il paziente sull’altro lato ed effettuare un nuovo campo chirurgico con inevitabile perdita di tempo. L’anestesista  dovrà tenere conto di tutti i tempi necessari.

Via anteriore, la procedura migliore per l’intervento bilaterale

Per eseguire un intervento di protesi bilaterale si possono utilizzare indifferentemente tutte le procedure chirurgiche, a seconda delle preferenze del chirurgo. 

La via anteriore è una tecnica che in casi come questi garantisce numerosi vantaggi sia per il chirurgo che per il paziente per la posizione supina in cui quest’ultimo viene posto. 

Il fatto di dover creare il campo chirurgico una sola volta riduce al minimo i tempi dell’intervento: mentre l’equipe chirurgica ricuce la prima ferita, il chirurgo può già iniziare la procedura sull’articolazione controlaterale. Si tratta di un fattore da non sottovalutare: ridurre i tempi significa ridurre i rischi. Nelle mani di un chirurgo esperto, l’intervento avrà un tempo di circa un’ora e mezza/un’ora e cinquanta minuti per tutte e due le anche con conseguente minore anestesia.

L’utilizzo della via anteriore ha un ulteriore vantaggio importante rappresentato dalla facilità di controllo della lunghezza degli arti e stabilità dell’impianto. La posizione supina rende estremamente semplice il controllo visivo diretto garantendo una precisione millimetrica nella lunghezza delle due gambe e preservando il paziente da eventuali scompensi posturali successivi all’intervento.

E’ sempre possibile effettuarlo?

L’impianto simultaneo delle protesi è indicato in pazienti selezionati e privi di patologie associate. Il paziente dev’essere informato con precisione sul percorso post-operatorio che dovrà affrontare per quanto riguarda i tempi e le modalità di riabilitazione. Si tratta di un’opzione spesso consigliata in persone giovani e attive, in grado di affrontare una rieducazione più impegnativa a fronte di una riduzione complessiva notevole dei tempi di stop da lavoro e attività sportive. La decisione finale andrà effettuata in maniera sinergica da chirurgo, anestesista e paziente in modo da trovare la soluzione il più possibile aderente alle aspettative di ciascuna persona e rispettosa del suo stato di salute generale.

 

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