Protesi d’anca per via anteriore: perché si tratta di un approccio poco utilizzato?

Quando si parla di protesi d’anca l’accesso per via anteriore è un approccio che presenta numerosi vantaggi per la scarsa invasività dell’intervento. Una buona preparazione tecnica e una lunga esperienza da parte del chirurgo sono però requisiti fondamentali per eseguire questo tipo di intervento.

L’artrosi dell’anca

L’artrosi dell’anca è una patologia a carattere degenerativo che colpisce dapprima la cartilagine per poi intaccare le altre strutture articolari fino a causare il contatto osso con osso.

A causa della diffusione, purtroppo sempre più frequente anche tra pazienti relativamente giovani (intorno ai 50 anni d’età, spesso sportivi) si è reso necessario sperimentare tecniche chirurgiche di impianto della protesi sempre meno invasive al fine di preservare maggiormente i tessuti circostanti e garantire tempi di recupero più rapidi.

L’intervento con D.A.A. (Direct Anterior Approach)

L’accesso per via anteriore è una tecnica non solo mini invasiva ma anche a risparmio tissutale. Grazie a questa tecnica, decisamente all’avanguardia, non sono necessari tagli tendinei o muscolari come nelle tecniche tradizionali. L’incisione è molto piccola, raramente supera i 7-8 centimetri, a differenza delle tecniche tradizionali dove sono praticate incisioni di circa 15-20 centimetri. La differenza di incisione cutanea rimane comunque solo un problema estetico. Il vero vantaggio della via anteriore è il risparmio tissutale. A differenza delle procedure classiche che prevedono tagli muscolo-tendinei (glutei e extrarotatori), la via anteriore sfrutta gli spazi virtuali esistenti tra le masse muscolari. Nella regione anteriore non vi sono muscoli che si inseriscono sul femore è pertanto più agevole separare e spostare i muscoli senza tagliarli o disinserirli. La tecnica utilizza infatti strumenti adatti e dedicati a tale procedura.

Numerosi sono i vantaggi per il paziente:

  • minor dolore post-operatorio (no taglio muscolare)
  • recupero funzionale più rapido (no taglio muscolare)
  • ridotto rischio di lussazione (grazie al risparmio della muscolatura glutea)
  • minore perdita ematica (nessun utilizzo del drenaggio post operatorio)
  • degenza ospedaliera breve

L’esperienza del chirurgo, un aspetto fondamentale per eseguire l’intervento con D.A.A.

Nonostante i numerosi vantaggi sopra citati, l’impianto con accesso per via anteriore è ad oggi ancora scarsamente utilizzato. Si tratta di una tecnica difficile che prevede una lunga curva di apprendimento da parte del chirurgo. Sono necessari numerosi casi trattati questo tipo di intervento per ridurre le complicanze intraoperatorie frequenti nella fase ascendente della curva. In letteratura sono presenti dati piuttosto diversi, riguardo al numero di casi da trattare per completare un training adeguato, ma si è abbastanza concordi nel definire in circa 200 il numero di casi necessari a completare la curva di apprendimento e 40-50 casi per iniziare a ridurre le complicanze intraoperatorie

Per quanto mi riguarda, in 10 anni di esperienza che ho maturato con il mio team, ho sviluppato un approccio tecnico che mi garantisce di poter intervenire sulla stragrande maggioranza dei pazienti. La mia esperienza è di oltre 2500 interventi di impianto di protesi d’anca con via anteriore diretta. Tale esperienza mi ha permesso di ridurre le complicanze a percentuali davvero molto basse.

Indicazioni e controindicazioni

Ferma restando un’accurata selezione del paziente alla luce delle sue caratteristiche fisiche, del quadro patologico e del suo stato di salute generale, le indicazioni all’intervento con D.A.A. non sono differenti alle altre tecniche e sono:

  • coxartrosi primitiva
  • coxartrosi secondaria
  • necrosi della testa del femore
  • coxartrosi post-traumatica.

Come detto in precedenza, l’intervento per via anteriore dev’essere eseguito da un chirurgo esperto, in caso contrario il chirurgo avrà maggiori difficoltà nell’eseguire l’intervento. La scelta del paziente, è dunque almeno all’inizio, un requisito fondamentale.

In generale, si sconsiglia di effettuare un intervento di questo tipo in pazienti obesi o in soggetti con massa muscolare molto rappresentata. Vi sono inoltre talune patologie associate all’artrosi che possono sconsigliare l’utilizzo della via anteriore e saranno valutate caso per caso insieme al paziente. Il paziente ideale è donna, magra, longilinea con scarsa massa muscolare e in un buono stato di salute generale. L’esperienza del chirurgo è quindi fondamentale per applicare questa tecnica nella maggioranza dei casi

Su alcuni pazienti l’accesso per via anteriore diretta non risulta semplice e per questo motivo la maggior parte dei chirurghi non utilizza ancora oggi questa tecnica. La lunga esperienza che ho maturato in questo campo insieme al mio team mi consente di eseguire questo tipo di intervento su una platea di pazienti molto vasta e in totale sicurezza.

E’ bene precisare che i risultati a distanza (oltre i 3 mesi) con intervento per via anteriore, se ben eseguito e senza complicanze, sono simili alle altre tecniche. La differenza è soprattutto nell’immediato post operatorio. Un approccio mini invasivo e a risparmio tissutale come la via anteriore può garantire un recupero rapido con la possibilità di poter tornare al lavoro precocemente e a praticare il proprio sport preferito in sicurezza.

Fonti:

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