Protesi monocompartimentale di ginocchio: di cosa si tratta e quando è indicata

Le protesi articolari, monocompartimentali o totali, consistono in 2 componenti metallici che vengono poste a rivestire le superfici ossee contrapposte. Per migliorare lo scorrimento tra loro viene interposto un inserto in polietilene. 

Quando si parla di protesi monocompartimentale di ginocchio, ci si riferisce a un impianto protesico scelto nei casi in cui il processo artrosico – erosione della cartilagine articolare – coinvolge solo uno dei tre compartimenti del ginocchio (mediale, laterale, femoro-rotuleo). Nella maggior parte dei casi, si tratta del compartimento mediale. Ma in casi selezionati vengono utilizzate anche per il compartimento laterale e femoro-rotuleo.

Vediamo nelle prossime righe quali sono i vantaggi  e svantaggi di questa tipologia di impianto.

Vantaggi e svantaggi

I vantaggi della protesi monocompartimentale di ginocchio si possono riassumere in: 

-minor invasività chirurgica;

-minori perdite di sangue;

-minor dolore post operatorio, sia nei giorni immediatamente seguenti l’intervento, sia nel periodo di riabilitazione;

-minor tempo di recupero.

-minor tempo di ricovero e grazie all’applicazione del protocollo Fast Track i tempi di degenza possono essere estremamente ridotti (2-3 gg).

-minor sensazione di “ginocchio estraneo” A differenza di quanto accade durante l’intervento di impianto della protesi totale, nell’impianto monocompartimentale non vengono sacrificati i legamenti crociati. Questo permette al paziente, una volta ripresa a pieno la funzionalità dell’arto, di percepire il ginocchio come più “naturale”

Accanto ai numerosi vantaggi vi è uno svantaggio importante:

  • durata limitata

Quando si discute di protesi monocompartimentale spesso, anche tra colleghi ci si riferisce a trattamenti temporanei per 2 motivi:

Progressione della malattia verso i restanti comparti. Infatti la procedura chirurgica è mirata solo al comparto malato. I restati compartimenti vengono lasciati come sono. Essendo la storia naturale della malattia artrosica un lento e progressivo peggioramento, il processo artrosico nel tempo potrà coinvolgere il resto della articolazione portando alla comparsa del dolore. Non si conosce la velocità di progressione ma sicuramente, in un tempo più o meno lungo, gli altri comparti peggioreranno sino a dare dolore. Il risultato sarà quindi di dover effettuare un nuovo intervento volto a sostituire l’impianto monocompartimentale con una protesi totale 

Maggior numero di revisioni; In letteratura le protesi monocompartimentale di ginocchio mostrano  maggiori tassi di revisione rispetto alle protesi totali, con differenze anche significative. Tutto ciò è spiegato dalla difficoltà di porre le indicazioni corrette e dalla difficoltà tecnica di eseguire un intervento perfetto. Se però le indicazioni e la giusta posizione delle componenti vengono rispettate la durate è sovrapponibile a quella delle protesi totali

Alla luce di ciò, è opportuno rivolgersi a un professionista esperto nell’impianto di protesi di ginocchio che sappia riconoscere le indicazioni corrette le controindicazioni e sappia eseguire gli interventi a regola d’arte.

Indicazioni e controindicazioni

Le indicazioni all’impianto di protesi monocompartimentali di fatto sono semplici:

  • I pazienti con artrosi avanzata che coinvolge solo uno dei compartimenti del ginocchio.
  • I soggetti in cui non sono più efficaci i trattamenti conservativi.
  • I pazienti con i legamenti sani.

Le controindicazioni, anch’esse semplici sono

  • I pazienti con rigidità importanti del ginocchio.
  • eccessive deviazioni assiali dell’arto
  • lesioni legamentose inveterate, sia dei legamenti crociati, sia dei collaterali
  • Pazienti con BMI elevati
  • PZ con importante osteoporosi

L’estrema variabilità dei pazienti che giungono alla nostra osservazione, rende difficile la scelta dell’impianto protesico(mono o  totale). Una corretta valutazione del caso da parte del professionista  ed una precisa  informazione al paziente sui benefici e sulle possibili complicanze di entrambe le procedure, permette di evitare errori ed ottenere risultati migliori e duraturi   

Fonti: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6134885/

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