Protesi di ginocchio, la tecnica dell’Allineamento Cinematico

La chirurgia moderna, e la chirurgia ortopedica non fa eccezione, si muove sempre di più verso soluzioni personalizzate in grado di adattarsi il più possibile alle caratteristiche del paziente. Nell’ambito della protesica di ginocchio, una soluzione interessante è rappresentata dall’allineamento cinematico (o KA, Kinematic Alignment), una tecnica in grado di garantire risultati eccellenti per tutti quei casi in cui la morfologia del ginocchio presenta caratteristiche meno comuni come nei casi di varismo o valgismo. Approfondiamo insieme.

Le ginocchia non sono tutte uguali

Sappiamo oggi che i fenotipi delle ginocchia non si riducono ai tre macro gruppi principali (valgo, neutro, varo), ma comprendono numerosi sottogruppi: se ne conteggiano più di quaranta secondo la classificazione di Michael Hirshmann

L’articolazione del ginocchio è una diartrosi – un tipo di articolazione formata da un meccanismo complesso che ne permette una notevole mobilità – e mette in connessione tibia, femore e rotula (o patella) svolgendo una funzione fondamentale nella deambulazione. Si tratta di una delle articolazioni più complesse del corpo e, anche per questo, una delle più delicate da sostituire con un impianto protesico.

Innanzitutto bisogna premettere che le ginocchia non sono tutte uguali. L’allineamento tra femore e tibia infatti non è sempre perfettamente dritto, ma può presentare diversi gradi di inclinazione verso l’interno del corpo o verso l’esterno. Sono i casi di varismo e valgismo (le cosiddette ginocchia a “O” e a “X”) che rendono problematico il discorso della ricostruzione protesica. In altri casi l’allineamento non è perfetto sul piano sagittale: sono i casi di ginocchio flexum e recurvatum, quando il ginocchio ha un’estensione massima inferiore o superiore ai classici 180°.

Le ginocchia non dritte possono creare più problemi di quelle perfettamente dritte per una questione di carico sbilanciato dei pesi e rischiano di andare più di frequente incontro all’usura e quindi all’artrosi. 

Le diverse tecniche di allineamento

Da quanto detto sopra si può intuire come la ricostruzione protesica dell’articolazione del ginocchio possa risultare problematica. Non è un caso infatti che in una piccola, ma non irrisoria percentuale dei casi, i pazienti non rimangono completamente soddisfatti dopo l’intervento perché continuano ad avvertire dolore, rigidità e instabilità. Si è osservato come questa percentuale sia pressoché sovrapponibile alla percentuale di ginocchia non dritte nella popolazione, da qui la necessità di rivedere le tecniche di allineamento utilizzate. Vediamo una breve panoramica.

Allineamento Meccanico

Si tratta della tecnica maggiormente utilizzata, almeno in passato, e si fonda su principi finalizzati ad avere un carico dell’arto inferiore equamente distribuito sul comparto mediale e laterale. Questa tecnica non presuppone quindi un adattamento della protesi a parametri specifici del paziente sia in termini ossei che legamentosi, ma mira alla creazione di un carico neutro sull’arto inferiore. Sebbene questa tecnica garantisca buoni risultati in termini di affidabilità e di longevità dell’impianto, alcune criticità sono state evidenziate soprattutto sul grado di soddisfazione dei pazienti che nel 15-20% dei casi riferiscono la sensazione di un ginocchio “estraneo”.

Allineamento Anatomico

Si tratta di una metodica che, quando introdotta, per la prima volta ha tenuto conto della morfologia propria dell’articolazione che si va a sostituire. Attraverso un approccio sistematico di tagli, si mira all’ottenimento di una linea articolare obliqua rispetto all’asse meccanico, ma si continua a ricercare l’obiettivo di mantenere l’impianto in posizione neutra.

Allineamento Cinematico

È la tecnica di più recente concezione e mira alla ricostruzione personalizzata della joint line concentrandosi non più soltanto sull’articolazione, ma su tutto l’allineamento articolare. La metodologia sfrutta un posizionamento delle componenti protesiche specifico per il paziente che va a ricreare la cinematica articolare di ogni singolo ginocchio. Questa tecnica riduce in maniera significativa gli errori di pianificazione (che possono portare a instabilità legamentosa e rigidità) e i tempi dell’intervento chirurgico. Inoltre si preservano maggiormente i tessuti molli: nessun taglio dei legamenti è infatti necessario.

La personalizzazione, il futuro della chirurgia protesica

Negli ultimi anni si è osservato come le soluzioni chirurgiche personalizzate diano risultati in tutti i casi migliori rispetto agli approcci standard. Nell’ambito della protesica di ginocchio non soltanto le tecniche di allineamento possono andare incontro alle caratteristiche del paziente, ma anche gli impianti stessi. Sono nate così alcune soluzioni di grande efficacia come la chirurgia robotica o il sistema MyKnee (leggi qui per approfondire).

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