Protesi simultanee in un unico intervento. È davvero possibile?

I fattori predisponenti l’artrosi possono determinare, in alcune persone, l’insorgere della malattia su diverse articolazioni contemporaneamente. Qualora i sintomi suggeriscano l’intervento su più articolazioni, è possibile impiantare due protesi nello stesso momento senza che ci siano complicazioni maggiori rispetto all’intervento singolo. Occorre soltanto fare attenzione ad alcuni particolari importanti. Approfondiamo insieme.

L’artrosi può colpire più di una articolazione

L’artrosi è una malattia degenerativa che interessa la cartilagine articolare e, nei casi più gravi, anche l’osso. Pur non essendo una malattia genetica, cioè “scritta” nei geni, esiste una familiarità e cioè una sorta di predisposizione che si riscontra in pazienti che hanno parenti stretti colpiti da questa patologia. Altri fattori che possono favorire lo sviluppo dell’artrosi sono:

  • traumi
  • malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide
  • sovrappeso
  • lavori o attività sportive usuranti.

Abbastanza di frequente riscontriamo la presenza di artrosi su entrambe le anche e su anca e ginocchio nello stesso arto. In alcuni casi selezionati è possibile intervenire su entrambe le articolazioni impiantando due protesi durante lo stesso intervento. A fronte di un recupero lievemente più lungo abbiamo in questi casi il vantaggio di un solo periodo dedicato alla riabilitazione e, in definitiva, notevoli benefici per il paziente.

L’intervento anca-ginocchio

Sebbene siamo abituati a considerare le articolazioni ciascuna come un’entità separata dall’altra, la realtà è ben diversa. Se le articolazioni fanno parte dello stesso arto è facile comprendere come, quando una si ammala, sarà tutto l’arto a soffrire ed eventualmente a sviluppare la patologia in altre zone. Si è riscontrato che questo discorso è valido in maniera particolare per le donne le quali presentano più di frequente casi di valgismo del ginocchio.

Fino a poco tempo fa, i pazienti che soffrivano di artrosi all’anca e al ginocchio erano costretti a sottoporsi a più interventi nel giro di poco tempo. Questo comportava tra le altre cose una doppia dose di anestesia a pochi mesi di distanza e la necessità di un doppio periodo di convalescenza e riabilitazione. Inoltre, intervenendo in due momenti distinti, era più difficile lavorare sull’allineamento dell’articolazione che inevitabilmente condiziona le articolazioni ad essa collegate dal punto di vista funzionale.

Oggi l’avvento delle tecniche chirurgiche mini invasive – che riducono lo stress chirurgico e le perdite ematiche – ci consente di intervenire con grande tranquillità ed efficacia su anca e ginocchio in un solo intervento. In questi casi è però importante che la gonartrosi (cioè l’artrosi che colpisce il ginocchio) sia ancora circoscritta a un solo comparto articolare e sia cioè curabile con la protesi monocompartimentale.

L’intervento su entrambe le anche

La coxartrosi bilaterale non è così rara specie nei pazienti di età avanzata. Come detto per l’intervento anca-ginocchio anche in questo caso il doppio intervento è nella maggior parte dei casi preferibile per tutti motivi che abbiamo già descritto. La criticità del doppio intervento d’anca riguarda l’utilizzo delle tecniche tradizionali (laterale e postero-laterale) che necessitano il riposizionamento del paziente da un lato all’altro durante l’intervento e la creazione di un doppio campo chirurgico.

Queste problematiche sono del tutto eliminate dall’adozione della tecnica chirurgica per via anteriore diretta. Durante questo tipo di operazione il paziente è supino e il chirurgo può lavorare senza la necessità di spostarlo per intervenire sull’articolazione controlaterale. L’equipe chirurgica può ricucire la prima ferita mentre l’ortopedico sta già intervenendo sull’altra anca e in questo modo i tempi dell’operazione si riducono notevolmente con grandi vantaggi per quanto riguarda l’anestesia e i rischi di infezione.

Dell’intervento d’anca bilaterale ti ho parlato diffusamente qui.

Conclusioni

Il doppio intervento è sempre preferibile se lo stato delle articolazioni e le condizioni cliniche del paziente lo consentono. È necessario siano rispettati rigidi criteri di selezione del candidato all’intervento che riguardano l’età, i valori ematici, l’assenza di gravi comorbidità.

Il doppio intervento comporterà un tempo di recupero post operatorio leggermente maggiore e un impegno un po’ più gravoso nei primi periodi della riabilitazione. I vantaggi sono però importanti: un unico periodo di recupero, una sola anestesia, ridotti rischi di infezione, maggior facilità da parte del chirurgo di bilanciare gli arti.

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