Protesi bilaterali e bifocali, di che cosa si tratta?

Due anche, due ginocchia, anca e ginocchio contemporaneamente. Le opzioni chirurgiche in caso di artrosi diffusa sono molteplici e non di rado comprendono i cosiddetti doppi interventi ovvero l’impianto simultaneo di due protesi durante la stessa operazione. Ma quali sono i vantaggi di queste procedure? I risultati sono gli stessi rispetto a un intervento singolo? Ci sono rischi maggiori per il paziente? A queste e ad altre domande rispondo in questo articolo.

Una procedura indicata per i pazienti con artrosi diffusa

La decisione di sottoporsi a un intervento chirurgico di impianto di protesi presenta per molti pazienti una serie di dubbi, paure e resistenze dovute, nella maggior parte dei casi, alla scarsa conoscenza dell’intervento cui sono candidati e magari al “sentito dire” da parte di amici o parenti che si sono sottoposti a loro volta allo stesso tipo di intervento nel passato. Tutto questo è normale, ma contribuisce ad alimentare la confusione attorno alla chirurgia protesica che invece rappresenta uno degli interventi in assoluto più sicuri e con le percentuali di riuscita più elevate.

È dunque fondamentale affidarsi totalmente al proprio ortopedico in modo da chiarire dubbi e insicurezze di qualsiasi tipo e presentarsi il giorno dell’intervento con la massima fiducia. In ogni caso, un intervento chirurgico rappresenta un episodio della vita in cui è necessario fermarsi, prendersi cura di sé, accettare tempistiche di recupero corrette senza forzare tempi e modalità di ripresa. 

Non è raro che le persone che vengono colpite dall’artrosi non presentino la patologia su una sola articolazione, ma al contrario abbiano problematiche degenerative diffuse. In questi casi, quando lo stato delle articolazioni e le condizioni cliniche del paziente lo consentono, è possibile intervenire per impiantare due protesi durante un unico intervento chirurgico in modo da “risolvere” in una sola operazione tutte le problematiche presenti riducendo a uno solo il periodo di tempo da dover dedicare al recupero e alla fisioterapia.

Protesi bilaterali

Si tratta dell’intervento in cui vengono sostituite entrambe le anche o entrambe le ginocchia. Il paziente candidato a questo tipo di procedura è relativamente giovane (di età non superiore ai 55-60 anni), in ottimo stato di salute generale e con spiccata sintomatologia su entrambi gli arti. È altresì necessario che la persona sia molto motivata e pronta ad affrontare un periodo dedicato alla riabilitazione leggermente più impegnativo rispetto a quello necessario dopo un intervento tradizionale. La selezione del paziente candidabile all’intervento è estremamente importante perché la procedura presenta maggiori rischi di sanguinamento sebbene oggi l’utilizzo di alcuni farmaci abbia diminuito notevolmente questo problema e di conseguenza quello delle trasfusioni post-operatorie.

I vantaggi di questa procedura sono numerosi: 

  • un solo intervento
  • una sola anestesia
  • un solo ricovero
  • un solo periodo dedicato alla riabilitazione
  • un solo periodo di assenza dal lavoro.

Da non sottovalutare la scelta del tipo di tecnica chirurgica da utilizzare. Nel caso dell’anca ad esempio, la scelta della via anteriore mini-invasiva è un requisito a mio parere fondamentale: questa tecnica consente infatti la creazione di un solo campo chirurgico perché il paziente è posizionato supino e non va girato per intervenire sull’arto controlaterale. L’equipe chirurgica può concludere l’intervento sulla prima anca mentre il chirurgo inizia già la seconda, riducendo in maniera notevole le tempistiche e di conseguenza il rischio di infezione e la durata dell’anestesia. 

Per quanto riguarda il ginocchio, la condizione ideale è quella in cui una sola parte del ginocchio è malata e c’è dunque un’indicazione alla protesi monocompartimentale a entrambe le ginocchia.

Protesi bifocali

Parliamo di protesi bifocali quando ci troviamo di fronte a un intervento di sostituzione simultanea di un’anca e di un ginocchio che possono appartenere allo stesso arto oppure no. Si tratta di un tipo di intervento non molto frequente e si limita a quei casi in cui esiste un’indicazione precisa a intervenire contemporaneamente sia sull’anca che sul ginocchio. Come per le protesi bilaterali, anche in questo caso è necessario che le condizioni cliniche del paziente siano ottime e l’età non troppo avanzata. Anche in questi casi, è preferibile eseguire il doppio intervento quando l’artrosi del ginocchio è circoscritta e richiede un impianto monocompartimentale. Per ragioni di allineamento e di bilanciamento, nel caso di intervento bifocale viene effettuata prima la protesi d’anca e successivamente quella di ginocchio. In genere, l’intervento bifocale può essere inserito anche in un percorso fast track che prevede la messa in piedi del paziente già a poche ore dall’intervento. 

Conclusioni

In conclusione possiamo affermare che i doppi interventi sono vantaggiosi qualora le condizioni del paziente consentano questo tipo di procedura. I risultati operatori non devono preoccupare perché sono del tutto sovrapponibili a quelli di un intervento singolo, a patto che la riabilitazione sia eseguita con le giuste tempistiche e la giusta dedizione da parte del paziente.

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