Tipologie di protesi di ginocchio

Totale, monocompartimentale, doppia monocompartimentale, di revisione. Le possibilità di impianto di protesi di ginocchio sono molteplici perché sempre diverse sono le condizioni dell’articolazione da curare. Non solo le tipologie di impianto, ma anche le tecniche chirurgiche e le tecnologie a supporto del chirurgo sono sempre più sofisticate allo scopo di adattarsi nel miglior modo possibile alle esigenze di ciascun paziente. Facciamo insieme un breve viaggio all’interno del mondo delle protesi di ginocchio.

Perché impiantare una protesi di ginocchio?

Il ginocchio è un’articolazione complessa che svolge, tra gli altri, il compito importantissimo di sostenere il peso del corpo. Anche per questo motivo è, come tutte le articolazioni che svolgono questa funzione, soggetta a usura oltre che a traumi di tipo distorsivo che nel tempo possono accelerare i processi degenerativi delle strutture articolari. Ma c’è di più: femore e tibia non sempre sono perfettamente allineati e questo fattore può essere anch’esso causa di usura precoce per uno scarico dei pesi non perfettamente bilanciato. Da queste premesse si può intuire come la causa principale di dolore al ginocchio sia dovuta all’usura delle strutture articolari e quindi all’artrosi (più precisamente gonartrosi quando si parla di ginocchio). Tra le ulteriori condizioni patologiche che possono provocare danni al ginocchio ricordo:

  • gravi deformità dell’articolazione
  • artrite reumatoide
  • diabete
  • gotta
  • cardiopatie
  • malattie respiratorie.

Le indicazioni all’intervento sono comunque sempre basate sul dolore percepito e sul grado di disabilità del paziente.

Le diverse tipologie di protesi

Il ginocchio è formato da tre compartimenti articolari (mediale, laterale e femoro-rotuleo) che possono subire un processo degenerativo insieme o separatamente. Proprio per questo motivo, a differenza di un tempo, quando si andava a sostituire sempre l’intera articolazione, oggi si utilizzano sempre più spesso impianti in grado di sostituire solo la porzione articolare danneggiata lasciando intatti i comparti ancora sani. Esistono infatti diverse tipologie di protesi:

  • protesi totale (sostituisce l’intera articolazione)
  • protesi monocompartimentale (sostituisce solo il comparto articolare malato)
  • doppia protesi monocompartimentale (sostituisce due comparti su tre e si utilizza in rari casi per evitare la protesi totale e preservare i tessuti ancora sani).

La protesi totale è l’approccio più sicuro e consolidato, ma anche quello maggiormente invasivo. Per questo motivo si va sempre più affermando l’utilizzo delle protesi monocompartimentali che hanno il principale vantaggio di non richiedere il sacrificio dei legamenti crociati. 

L’intervento di protesi monocompartimentale, essendo meno invasivo, causa minori perdite ematiche e richiede tempi di recupero inferiori rispetto alla protesi totale. Lo svantaggio principale di questo tipo di impianto è la durata: è possibile che dopo l’intervento l’artrosi si estenda agli altri compartimenti articolari rendendo necessario un intervento di revisione in tempi relativamente brevi.

Quando parliamo di revisione ci riferiamo alla sostituzione del vecchio impianto con uno nuovo. Questo intervento è senz’altro più complesso e rischioso rispetto al primo impianto e si esegue quando la vecchia protesi è danneggiata e non svolge più correttamente la sua funzione oppure in caso di complicanze quali mobilizzazioni asettiche o infezioni periprotesiche.

I materiali

Le protesi di ginocchio sono in genere costituite da parti metalliche (cromo-cobalto per il femore e titanio o più raramente ceramica per la componente tibiale) che sostituiscono le porzioni ossee danneggiate e le cartilagini articolari e da un inserto di materiale plastico, il polietilene, inserito tra le componenti metalliche per creare una superficie di scorrimento liscia. Anche la superficie inferiore della rotula può essere sostituita con una sorta di “bottone” anch’esso di plastica.

In alcuni casi possono essere fissate all’osso tramite uno speciale collante che favorisce una maggiore aderenza della protesi. Le protesi cementate si utilizzano più spesso nei pazienti anziani perché il collante favorisce un’integrazione ossea migliore anche in caso di osteoporosi.

Le nuove tecnologie

Quale che sia la tipologia di impianto prescelta, oggi le nuove tecnologie assistono il chirurgo in maniera sempre più sofisticata ed efficace. La robotica e la realtà aumentata sono sistemi all’avanguardia in grado di assistere il chirurgo non solo in sala operatoria, ma anche in fase di pianificazione dell’intervento rendendo sempre più preciso il posizionamento dell’impianto e sempre più scarsi i margini d’errore nel gesto chirurgico.

keyboard_arrow_up