Artrosi all’anca o coxartrosi: sintomi, cause e cure

L’artrosi dell’anca (o coxartrosi) è una patologia di frequente riscontro, che non solo provoca una sintomatologia dolorosa intensa, ma può causare una progressiva limitazione del movimento fino a diventare invalidante. In questi casi la chirurgia protesica rappresenta l’unica strada percorribile. Approfondiamo insieme cause, sintomi e approccio alla coxartrosi.

Artrosi all’anca: le cause

Le cause della coxartrosi non sono sempre chiaramente ben definibili; spesso l’artrosi dell’anca è causata da più fattori concomitanti che determinano la degenerazione della cartilagine articolare della testa del femore e dell’acetabolo (l’incavo dell’osso iliaco del bacino che ospita la testa del femore).

Sovente l’artrosi dell’anca è correlata con l’avanzare dell’età in soggetti con predisposizione genetica e famigliarità per la patologia: in questi casi si parla di coxartrosi primitiva o primaria, che in genere insorge dopo i 60 anni di età.

D’altro canto, l’artrosi dell’anca può essere causata da fattori ben definiti, indipendenti dall’età, e in questi casi viene definita coxartrosi secondaria. Le cause principali sono riconducibili a traumi o fratture dell’anca, malformazioni congenite (come la displasia congenita), l’osteonecrosi di una delle componenti ossee dell’articolazione, lo svolgimento di attività lavorative o sportive usuranti. La coxartrosi secondaria insorge più precocemente della primaria (intorno ai 40-50 anni) e si manifesta più comunemente nelle donne. 

Coxartrosi: sintomi e strategie di cura

Il sintomo principale che affligge i pazienti con artrosi dell’anca è il dolore nei movimenti, che si manifesta a livello inguinale e gluteo irradiandosi verso il ginocchio, e si presenta in particolare dopo essere stati fermi o seduti a lungo. 

Con la progressione della malattia, il dolore tende ad aumentare e si fanno sempre più evidenti le limitazioni nei movimenti e le difficoltà a compiere banali e semplici attività del quotidiano, come calzare le scarpe o salire le scale, o anche semplicemente camminare. 

In presenza di tali sintomi è necessario rivolgersi tempestivamente a un ortopedico che, sulla base di alcuni test clinici specifici e dei riscontri radiografici potrà porre la diagnosi certa di coxartrosi, definirne la gravità e stabilire la strategia di cura più opportuna. 

La scelta dell’approccio più idoneo viene definita dallo specialista in relazione al grado di gravità della coxartrosi, all’entità della sintomatologia e al suo impatto sulla vita quotidiana. 

In caso di coxartrosi lieve può essere preso in considerazione un approccio conservativo, avvalendosi dell’uso di terapie farmacologiche e/o di infiltrazioni a livello intra-articolare, che possono essere utili per alleviare la sintomatologia dolorosa.

Quando l’approccio conservativo non risulta efficace e i sintomi cominciano ad avere un impatto importante sulla qualità di vita del paziente artrosico, la soluzione proposta dal chirurgo ortopedico non può che essere il ricorso alla chirurgia protesica. 

Coxartrosi e protesi d’anca

Nei casi di artrosi dell’anca in fase avanzata, l’unica possibilità è il ricorso alla chirurgia protesica, ossia all’impianto di una protesi artificiale progettata per sostituire l’articolazione danneggiata, al fine di eliminare il dolore e ripristinare la funzionalità articolare. Nel caso della protesi d’anca, vengono sostituite la testa del femore e l’acetabolo.

È compito del chirurgo ortopedico valutare caso per caso la soluzione migliore, in termini di tecnica chirurgica, via d’accesso e materiali delle componenti protesiche da utilizzare, in relazione alle condizioni cliniche e alla situazione dell’articolazione, oltre che alle esigenze funzionali e alle aspettative di ciascun paziente.

In generale, nell’ambito della chirurgia protesica dell’anca, prediligo la via d’accesso anteriore diretta, che sfrutta gli spazi intermuscolari e internervosi (non prevede tagli dei muscoli, che vengono solamente divaricati) assicurando un trauma chirurgico inferiore rispetto alle vie tradizionali e, di conseguenza, un recupero più rapido.

L’impianto della protesi d’anca, dopo un adeguato percorso riabilitativo, consente al paziente di recuperare la funzionalità dell’articolazione e di ritornare a vivere una quotidianità senza dolore, riprendendo anche l’attività sportiva.

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