Protesi di ginocchio, quando è necessaria la revisione?

Quando insorgono problemi dopo l’intervento oppure quando la protesi ha raggiunto un’età avanzata può essere necessario intervenire chirurgicamente per sostituire l’impianto precedente con uno nuovo. La maggior longevità delle protesi e le tecniche chirurgiche sempre più avanzate hanno reso quest’eventualità sempre più rara. Si tratta comunque di un intervento sicuro che non deve in alcun modo spaventare: se eseguito da un chirurgo esperto e nei tempi giusti, permetterà un normale ritorno alle attività quotidiane e l’eliminazione del dolore. Approfondiamo insieme.

La durata di una protesi di ginocchio

Una protesi di ginocchio dura in media intorno ai quindici anni, ma non è raro osservare impianti ancora in ottimo stato dopo 20 o addirittura 25 anni. I materiali oggi utilizzati e le tecniche chirurgiche sempre più avanzate permettono di aumentare l’aspettativa di vita degli impianti e di conseguenza la soddisfazione dei pazienti. Il consumo dei materiali della protesi però non è legato esclusivamente all’usura delle componenti protesiche, ma è influenzato da altri fattori legati alla qualità dell’osso e allo stile di vita del paziente. Tra i fattori determinanti ricordiamo:

  • età
  • peso
  • condizione della struttura ossea di supporto
  • eventuali traumi
  • sollecitazioni cui viene sottoposta l’articolazione.

È evidente quindi che non è facile fare una previsione precisa riguardo ai tempi di durata degli impianti. Alcuni sintomi come un forte dolore accompagnato da difficoltà a camminare, instabilità dell’articolazione e la presenza di strani rumori, possono suggerire la necessità di sostituire la vecchia protesi con una nuova. 

L’età avanzata dell’impianto non è però l’unica indicazione per l’intervento di revisione. In rari casi, può essere necessario intervenire a breve distanza dalla prima operazione di impianto se si osserva un aumento improvviso del dolore, un peggioramento della funzionalità della protesi, un forte gonfiore e un eccessivo arrossamento. Questi sintomi possono essere lo specchio di alcune condizioni particolari come l’infezione alla protesi, la frattura dell’osso vicino all’impianto, la mobilizzazione della protesi. Alcuni esami specifici sono in grado di chiarire la situazione clinica e suggerire allo specialista la soluzione da adottare.

L’intervento

L’intervento di revisione è oggi una procedura sicura, cui sottoporsi con fiducia. Naturalmente, trattandosi pur sempre di un intervento chirurgico, lo specialista valuterà con attenzione gli eventuali fattori di rischio e prenderà in considerazione ogni possibile trattamento conservativo alternativo alla revisione. 

L’operazione si svolge di norma utilizzando le stesse vie d’accesso usate per il primo intervento, ma di dimensioni leggermente maggiori. Si procede poi con la rimozione della vecchia protesi, ripulendo il ginocchio dal cemento e dalle componenti ossee eventualmente danneggiate. In questa fase è anche possibile eseguire dei trapianti d’osso, se necessario. A questo punto si procede con l’impianto della nuova protesi: le componenti protesiche possono essere maggiormente riempitive, in base al quantitativo di osso che viene rimosso in precedenza. 

In un primo periodo di convalescenza il decorso può rivelarsi un po’ più complicato rispetto al primo intervento e ciò è dovuto alla maggior rigidità del secondo impianto che comporta un’ampiezza dei movimenti inferiore. Sul lungo periodo la soddisfazione del paziente può essere alta anche se non paragonabile a quella riscontrata dopo l’impianto della prima protesi.

Un discorso a parte merita l’intervento di revisione di una protesi monocompartimentale. Questo tipo di impianto si effettua quando la degenerazione dell’articolazione è circoscritta a uno solo dei comparti articolari. Il vantaggio di questo impianto è duplice: l’intervento è meno invasivo – e di conseguenza il recupero più rapido – e consente un’operazione di revisione del tutto simile a un primo intervento, dunque con pressoché le stesse percentuali di successo.

Un chirurgo per amico

Dopo aver approfondito il discorso relativo agli interventi di revisione di protesi di ginocchio possiamo affermare ch la buona riuscita di una procedura chirurgica, anche di questo tipo, sta nell’esperienza del chirurgo a cui ci si affida e nel rapporto di fiducia che si viene a instaurare con il paziente. Un ortopedico di esperienza saprà consigliare per il meglio ciascuna persona perché ogni caso è diverso dall’altro. Allo stesso tempo, un paziente che si fida del proprio chirurgo seguirà con attenzione tutti i suoi consigli traendo i maggiori benefici da ogni trattamento, che sia chirurgico oppure no.

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