Protesi di ginocchio dalla A alla Z

Tutti gli interventi di impianto di protesi, e quello di ginocchio non fa eccezione, sono eventi programmati e questo rappresenta un grande vantaggio in chirurgia. A differenza di ciò che accade in regime di urgenza infatti, il chirurgo può pianificare ogni gesto nel dettaglio e il paziente sa esattamente cosa aspettarsi dall’intervento e addirittura mettere in atto alcuni accorgimenti al fine di rendere l’intervento meno rischioso e il suo esito più soddisfacente. Vediamo insieme tutti i passaggi che occorre affrontare prima, durante e dopo l’impianto di una protesi di ginocchio.

I sintomi

Al di là di quale sia la patologia che rende necessario l’impianto di una protesi di ginocchio (l’artrosi è la più comune), l’indicazione principale che suggerisce questo tipo di intervento è legata alla sintomatologia. Il sintomo principale è il dolore, sordo e meccanico, che si manifesta durante il movimento e si attenua a riposo. Tra gli altri sintomi annoveriamo:

  • gonfiore
  • irrigidimento dell’articolazione
  • emissione di particolari “scricchiolii” 
  • versamento sovrabbondante di liquido sinoviale che determina una limitazione nei movimenti. 

L’obiettivo della protesi non è quello di curare in senso stretto la patologia che ne ha richiesto l’impianto, ma quello di risolvere la sintomatologia dolorosa e restituire mobilità e funzionalità all’articolazione in tutti quei casi in cui le terapie conservative non siano più in grado di fornire i risultati desiderati.

La diagnosi

Nel caso in cui compaiano questi sintomi (anche solo alcuni di essi) al punto di condizionare in maniera significativa la qualità della vita quotidiana è opportuno rivolgersi quanto prima a uno specialista in ortopedia e prenotare un appuntamento. In sede di visita l’ortopedico effettuerà alcuni test specifici e prescriverà alcuni accertamenti diagnostici. L’esame più importante è rappresentato dalla radiografia. Attraverso le immagini è infatti possibile visionare lo stato dell’articolazione osservando l’eventuale consumo della cartilagine articolare e se sia già in atto un processo degenerativo del tessuto osseo. Altri esami che possono essere utili a integrare la radiografia sono la Risonanza Magnetica Nucleare e l’ecografia per lo studio dei tessuti molli periarticolari.

Preparazione all’intervento

Qualora il chirurgo abbia valutato necessario l’intervento di protesi vengono fornite al paziente alcune indicazioni per arrivare al momento dell’operazione nelle migliori condizioni possibili. Sebbene l’intervento non necessiti di alcuna particolare preparazione è bene sapere cosa fare e cosa non fare per arrivare in sala operatoria in completa tranquillità.

L’indicazione principale che viene fornita è quella, ove necessario, di perdere i chili in eccesso: l’articolazione del ginocchio è una di quelle su cui grava maggiormente il peso del corpo e un carico eccessivo potrebbe compromettere la funzionalità della protesi oltre a farla durare meno a causa della maggior usura cui sarebbe sottoposta. Altra indicazione utile è quella di iniziare a svolgere già prima dell’operazione alcuni esercizi di fisioterapia al fine di velocizzare i tempi di recupero. 

In generale uno stile di vita sano che preveda un’alimentazione bilanciata, l’eliminazione del vizio del fumo, una moderata attività fisica sarà in grado di aumentare le probabilità di riuscita dell’intervento. 

Ricordo inoltre di informare l’equipe chirurgica di eventuali patologie e allergie, in particolare se riguardano i metalli come il nichel, presente in molte protesi perché ne aumenta la longevità.

In sala operatoria

L’intervento consiste nella sostituzione delle componenti articolari del ginocchio con un impianto artificiale. Oggigiorno è molto comune anche l’impianto della protesi monocompartimentale che prevede la sostituzione del solo compartimento articolare danneggiato dalla patologia, conservando le porzioni ancora sane. La scelta del tipo di impianto dipende dallo stato dell’articolazione e dalle richieste funzionali del paziente e viene effettuata dal chirurgo in modo da andare incontro il più possibile alle esigenze specifiche di ciascuno.

Dopo l’intervento

Dopo l’intervento è necessario iniziare la riabilitazione il prima possibile ed è importante mettere in atto alcuni piccoli accorgimenti come utilizzare le stampelle, evitare di bagnare la ferita fino a quando non è completamente chiusa, indossare calze antitrombo, cercare l’estensione del ginocchio completa fin da subito.

Ogni paziente ha tempi e modalità di recupero diversi, ma in genere il ritorno alle normali attività è possibile dopo circa sei settimane. Alcune persone sono già in grado di abbandonare le stampelle dopo 2-3 settimane.

La protesi a lungo termine

Gli impianti protesici sono oggi sempre più duraturi. Nel caso delle protesi di ginocchio la durata media è di circa 20 anni grazie al progresso degli studi sulle tecnologie dei materiali utilizzati per l’impianto. Anche lo stile di vita ha un impatto decisivo sulla longevità della protesi: un peso corporeo adeguato, una moderata attività fisica e un’alimentazione bilanciata possono portare le protesi a durare di più. Tutto ciò che può determinare l’usura dei materiali delle componenti protesiche ha un impatto negativo sull’impianto: attività fisiche usuranti e sport ad alto impatto sull’articolazione andrebbero evitati

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